Inserto economico di 
 

Facebook ed il processo di quotazione in Borsa

Con questo post rispondo alla domanda di un nostro lettore che ci ha chiesto delucidazioni in merito al processo di quotazione di una società in Borsa. Premetto che, data la complessità dell’argomento, l’esposizione ha l’obiettivo di essere semplice, chiara e facilmente comprensibile, non la pretesa di assoluto rigore e correttezza formale.

Giorgio, Silvia e Marco sono i titolari di un negozio online di articoli da pesca, di nome Zeta. Dopo aver visto al cinema “Wall Street”, presi da un grande entusiasmo (ed un pizzico di megalomania) decidono di intraprendere la strada della quotazione in Borsa. Ciò di cui hanno bisogno, in primis, è una
società per azioni. La società per azioni è un tipo di società di capitali che si distingue per il fatto che il suo capitale sociale, ovvero i conferimenti che i soci apportano alla società per renderla operativa, è diviso in azioni (la voce “azioni” è presente nella sezione Dizionario). Le società per azioni non quotate in Borsa hanno come requisito minimo di capitale 120.000 euro, di conseguenza nell’ipotesi che Giorgio, Silvia e Marco vogliano spartirsi la società equamente, ognuno dei 3 dovrà conferire e versare il controvalore di almeno 40.000 euro nel capitale sociale. Quanto valgono le azioni di questa società? Il loro valore nominale è facilmente determinabile dividendo il capitale sociale per il numero di azioni emesse. La Zeta.spa verrà ad esistere nel momento in cui Giorgio, Silvia e Marco andranno ad iscriverla nel registro delle imprese, iscrivendo anche il relativo statuto della società all’interno del quale sono riportate tutte le informazioni societarie nei minimi dettagli. Ecco che si è venuta a creare una società per azioni.

Tuttavia per la quotazione in Borsa ci sono dei requisiti più stringenti:

-         La società deve essere in attività da almeno 3 anni

-         La
capitalizzazione di mercato (valore delle azioni X numero di azioni) deve essere almeno pari a 5 milioni di euro

-         Il
flottante (percentuale del capitale sociale scambiato sul mercato di Borsa) deve essere almeno pari al 25% del capitale totale

-         La società deve aver reso pubblici almeno 3 bilanci annuali

-         L’ultimo bilancio pubblicato deve essere sottoposto a revisione contabile da una specifica società di revisione, la quale avrà il compito di controllare anche i successivi bilanci che andranno redatti almeno ogni 3 mesi

-         Il numero minimo di azioni emesse deve essere pari a 100.000

Ci sono poi altri requisiti di natura più tecnica sul quale non ci soffermiamo. Supponiamo che la Zeta.spa, in seguito a 3 anni di esercizio, soddisfi i requisiti richiesti per essere quotata in Borsa. Cosa deve fare il nostro trio per coronare finalmente il sogno di entrare nel “jet-set” della finanza? Il primo passo è quello di rivolgersi ad uno “
sponsor”. Lo sponsor è un intermediario finanziario che accompagna la società sia nella fase di preparazione alla quotazione che durante il primo periodo di permanenza sul mercato e mette il suo nome per garantire la qualità della società. Le banche di investimento e, talvolta, le SIM sono i principali sponsor a cui rivolgersi. Solitamente questi sponsor non operano da soli, ma bensì coinvolgono altre banche nell’operazione di IPO (Initial Public Offering ovvero Offerta Pubblica d’Acquisto) formando quello che viene chiamato consorzio di collocamento. In questo modo gli sponsor riducono i rischi e abbattono i costi. Il primo servizio offerto dallo sponsor è la cosiddetta origination. E’ la consulenza che le banche d’investimento offrono alle società che intendono emettere titoli sul mercato. La banca d’investimento può consigliare se emettere azioni o obbligazioni, a quale prezzo emetterle, come pubblicizzare in modo efficace i titoli da emettere o come risolvere controversie di carattere legale connesse ai numerosi requisiti imposti dalle autorità di vigilanza. La fase successiva viene chiamata roadshow e si tratta dell’attuazione del piano di marketing che pubblicizza la società al pubblico e ai principali investitori. Le società di comunicazione a cui si è rivolta la Zeta.spa pubblicizzano le offerte di titoli tramite avvisi di emissione pubblicati su internet o nei maggiori quotidiani, chiamati tombstone, poiché hanno la forma di una lapide. Gli sponsor stabiliscono un prezzo indicativo, l’investitore può scegliere di prenotare tali titoli ma la sua prenotazione non è vincolante poiché la banca si riserva il diritto di intervenire fino all’ultimo sul prezzo. Il giorno della quotazione sul mercato il prezzo delle azioni sarà compreso tra due valori, in modo da rendere elastica e naturale la formazione del prezzo definitivo, che rispecchierà quindi le intenzioni del mercato. Il consorzio di collocamento può offrire un servizio di underwriting ed in questo caso si impegna ad acquistare le eventuali eccedenze di titoli che il mercato non ha comprato, nel caso di semplice placement invece si occupa semplicemente di collocare gli strumenti sul mercato. Per quanto riguarda la determinazione del prezzo, l’argomento è decisamente complesso. I modelli più utilizzati sono il Price/Earnings Growth, il Price/Sales ed il Price/Book Value sui quali però non ci soffermiamo ora data la forte componente quantitativa dell’argomento.

L’IPO più attesa nei mercati borsistici internazionali è senza dubbio quella del colosso
Facebook. Sarà la prima società ad abbattere la barriera dei 5 miliardi di capitalizzazione, infatti si stima che possa essere valutata tra i 75 ed i 100 miliardi di dollari e le azioni potrebbero avere un prezzo compreso tra i 40 e i 50 dollari. La società ha 3200 dipendenti, nel 2011 ha ottenuti ricavi per 3,65 miliardi e utili per 1 miliardo. Il consorzio di collocamento sarà formato da Morgan Stanley, sponsor principale, e da Goldman Sachs, JP Morgan, Bank of America, Barclays e la boutique d’investimento Allen & Co. Tuttavia nell’ottica dell’azionista, investire in azioni Facebook desta più di una preoccupazione. In primis le stime di capitalizzazione sono state effettuate incorporando un tasso di crescita prospettico riferito agli ultimi 8 anni e ci si chiede se Facebook continuerà a crescere a questa velocità anche nei prossimi anni, prospettiva che vedo abbastanza ardua considerando l’agguerrita concorrenza. Inoltre data la “stazza” della società e l’attesa che si è venuta a creare, non mi sorprenderebbero eventuali bolle speculative peraltro non nuove ai titoli tecnologici. Vi sono poi le controversie riguardanti la privacy, ancora lungi dall’essere risolte, che potrebbero fortemente penalizzare il titolo.


Cristiano Ventricelli
Luca
2/16/2012 01:50:17 am

Secondo te avrà il picco iniziale tipico delle nuove aziende quotate?

Reply
Cristiano Ventricelli
2/16/2012 07:22:17 am

Molto probabilmente si...infatti in ottica di breve termine sarebbe sicuramente profittevole ma in questo caso non si può parlare di "investimento" bensì di "speculazione" anche se ormai sembra che la differenza tra i due termini si sia assottigliata molto XD

Reply
Luca L
2/16/2012 05:39:53 pm

Pensavo anche io... Peró potrebbe non avere questa anomalia dato che a differenza di come accade di solito si parla della quotazione di facebook da parecchio tempo, mentre in genere tali informazioni si cerca di riservarle a pochi.Potrebbe esserci una specie di doppia negazione rendendo la nuova etrata meno tipica... O magari il "breve termine" potrebbe essere più "breve"del normale.... Sono proprio curioso di vederne l'andamento...

Cristiano Ventricelli
2/16/2012 06:22:21 pm

Anch'io...diciamo però che se avessi un capitale da investire forse opterei su altri titoli =)




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