Inserto economico di 
 

Avanti tutta 


“ Il 2012 sarà un anno di completa recessione, dal 2013 le cose miglioreranno anche se lievemente”. Questa non è la frase che va di moda ai banchi delle cartomanti, o dagli indovini. Si tratta di un’affermazione fatta da più persone autorevoli del governo e non. Il primo a dirlo qualche mese fa è stato il Governatore di Bankitalia Visco, l’ha seguito il ministro Passera più volte. Da ultimo, come per apporre il sigillo finale, ad un qualcosa in cui dobbiamo credere, Mario Monti stamattina ha confermato la previsione. Alla prima parte della frase c’arrivava anche un ragazzino delle scuole medie, riguardo alla seconda, sarà dura realizzarla, ma non impossibile. Negli ultimi giorni si sono susseguite varie polemiche, alcune giuste altre inappropriate e quasi noiose. Le prime, tra le tante, sono quelle dei ricercatori che si sono ribellati a gran voce in ogni parte dello stivale contro la proposta / emendamento di tassare le borse di studio. Ed è stato bello scoprire che tale “proposta “ è stata cancellata, incredibile pensare che qualcuno abbia anche solo potuto suggerirla. Noiose sono invece le polemiche dei sindacati sulla riforma del lavoro, e su quella delle pensioni, che si ostinano a non riconoscere. Conosciamo tutti la durezza e la parziale iniquità, di quest’ultima, per la quale il ministro Fornero si è impegnato personalmente. Dobbiamo però ricordarci la necessità di quella riforma, dobbiamo ricordarci che in Italia c’è gente che è andata in pensione lavorando 19 anni 6 mesi e 1 giorno, e non dobbiamo dimenticarci che a quella legge i sindacati tutti, in coro, diedero parere favorevole. Un altro tema attuale e molto discusso è stata la proposta di restituzione dei soldi tolti ai cittadini con l’aumento delle imposte, attraverso sgravi fiscali. Una nota di Palazzo Chigi ha specificato che così non sarà. Certo un po’ di delusione c’è, ci aspettavamo tutti che la correttezza dei contribuenti onesti fosse riconosciuta. Torniamo alla realtà però, il paese dei balocchi non c’è più. Da Palazzo Chigi ora non escono più fantomatiche promesse, ma tristi constatazioni della realtà Quei soldi non ci sono, non si può restituire ciò che non c’è. A mio modesto parere, anche se ci fossero, la destinazione dovrebbe essere uno sgravio fiscale alle imprese che assumono, e non un generale abbassamento delle imposte. E’ elementare il ragionamento: il Governo Monti ha disperatamente cercato soldi per evitare il fallimento del Paese Italia, ora che i soldi stanno arrivando, non può certo restituirli a coloro a cui li ha presi, per il semplice fatto che tale denaro non è ancora stato destinato allo scopo per il quale è stato preso ( evitare il default, riportare i conti a posto ed arrivare al pareggio di bilancio del 2013, assunto dal governo Berlusconi ). Ragionamento elementare per pochi,  vedendo lo “stupore” e l’ “indignazione” di molti.


La ripresa nel 2013 ci sarà se l’Italia crescerà. L’Italia per crescere deve avere i conti a posto, sennò costruisce il suo futuro su basi precarie. Ora i conti sono in ordine, grazie a Monti, è bene ricordarlo, tanti dimenticano in fretta. Il paese per crescere ha però bisogno di una cosa in particolare, investimenti. Investimenti esteri  soprattutto, dato che in Italia di soldi ce ne sono pochi, quelli noti al fisco s’intende. Investimenti esteri fanno aumentare le entrate di denaro nello Stato, ciò aumenta la bilancia dei pagamenti, e con essa la salute delle finanze pubbliche…eccetera eccetera…evitiamo una lezione di macroeconomia. Scopriamo una cosa ovvia però, che la crescita fa bene anche ai conti pubblici. Monti per favorire gli investimenti esteri in Italia ha fatto di tutto e di più. Ha incassato promesse su questo tema da parte del premier cinese Wen Jiabao e di altri investitori internazionali. Li aspettiamo quindi. Da ultimo due giorni fa il Professore ha insistito sul tema anche con l’emiro del Qatar, Al Thani. L’emiro in Italia non investe ancora in modo significativo. Il motivo non è la mancanza di liquidità, parliamo di un signore che possiede metà dei magazzini Harrods, mezza Londra, mezza Grecia e via dicendo. Al Thani frena l’arrivo delle sue risorse nel paese a causa della corruzione,  fa fede la conferenza stampa. Ringraziamo l’emiro per averci ricordato uno dei problemi fondamentali, una corruzione dilagante, incontrastata da provvedimenti legislativi, che parte dal cuore del Parlamento passa dai partiti e arriva alle imprese. Ci auguriamo davvero che il Governo ponga fine a questo handicap che priva l’Italia di molte risorse sotto tutti i punti di vista, economici e non.
 Tuttavia c’è un elemento fondamentale da considerare. L’Italia potrà avere anche l’intero mondo che investe su di lei, Cina, India e Brasile messi insieme. Potrà anche trovare risorse interne, migliorare la sua produzione e così via, ma il problema crescita resterà. Perché l’Italia cresca deve crescere l’Europa. Il destino di ciascuno stato membro è inscindibile da quello dell’intera comunità, e mai come ora nel suo aspetto economico, non solo finanziario. L’Europa intera deve avviare un programma di crescita e sviluppo, basato su infrastrutture in scala grande e piccola. Siamo come un corpo umano, potremmo anche avere un braccio di Roger Federer e una gamba di Bolt, se il resto del corpo non è altrettanto efficiente, nel complesso siamo fallimentari. Ora anche la Germania sta rallentando, la sua crescita nel 2011 è diminuita significativamente. Anche la locomotiva tedesca non va da nessuna parte se non ha un mercato europeo a cui vendere i suoi prodotti, il mercato europeo non c’è perché non c’è domanda da parte dei cittadini. E’ ora quindi che certe istituzioni europee facciano il loro mestiere. La Bce ha fatto il suo, magistralmente, ora si pensi alla crescita. Divisi siamo entrati in questa crisi, uniti dobbiamo uscirne, l’unità di intenti e di provvedimenti è diventata una conditio sine qua non.

Luca Orfanò

ddd
4/24/2012 05:04:26 am

ma stai buono bottegaio.

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