Inserto economico di 
 

Il sistema elettorale perfetto

Si avvicina il 24 febbraio, quando andremo inesorabilmente a votare con il Porcellum, secondo alcuni il peggior sistema elettorale possibile. D’altra parte matematici ed economisti come Condorcet e Arrow hanno dimostrato che non esiste un sistema di voto che non porti a paradossi di qualche tipo. Se la logica tradizionale ci porta in un vicolo cieco, la teoria dei Sistemi Complessi e la Meccanica Quantistica danno un interessante contributo ad una disputa che sembra appannaggio delle Scienze Umane.

Un team dell’Università di Catania, composto da due fisici, due economisti e un sociologo, con primo firmatario Alessandro Pluchino, ha pubblicato su Arxiv (http://arxiv.org/pdf/1103.1224v2.pdf) un articolo dal titolo “Accidental Politicians: How Randomly Selected Legislators can Improve Parliament Efficiency”; è recentemente uscito un libro degli stessi autori, “Democrazia a sorte”, che sta stimolando dibattiti nel mondo anglosassone, vista la dimostrazione dell’idea che estrarre un certo numero di parlamentari da un campione casuale renda più efficiente il Parlamento stesso. Tralasciando gli aspetti matematici e i modelli di simulazione ad agenti, che sono comunque ben spiegati nell’articolo su Arxiv e su “Le Scienze” di questo mese, il nucleo del concetto è il seguente: i vincitori delle elezioni non devono avere la maggioranza assoluta, ma ci deve essere una quota di legislatori estratti a caso che faccia da ago della bilancia. Poniamo che ci siano 100 posti e due coalizioni; la prima ottiene il 55% dei voti, la seconda il 45%. Secondo questo modello 20 seggi vengono assegnati casualmente, i restanti 80 sono suddivisi proporzionalmente tra le due coalizioni: 44 ai vincenti, 36 ai perdenti. I parlamentari estratti a caso agiscono nell’interesse di tutti senza seguire le indicazioni di un partito, e le leggi migliori vengono approvate a prescindere dalla loro provenienza. Il principio di democrazia viene comunque preservato, perché ai vincenti basta convincere 7 indipendenti della bontà della loro proposta, mentre agli sconfitti ne servono almeno 15 su 20. Si potrebbe obiettare che questa ricerca non giunga a conclusioni interessanti, visto che già nell’antica Grecia si estraevano a caso i partecipanti alle assemblee decisionali. Tuttavia, oltre a fornire una base matematica ad una conclusione di buon senso, il lavoro dei ricercatori stima quantitativamente l’efficacia del Parlamento al variare della quota di estratti. Il risultato più basso si ha con 0 (basti pensare alle Camere attuali, o al Congresso statunitense) e con 100 (un’organizzazione parlamentare come quella garantita dai partiti è necessaria per la risoluzione di problemi complessi), il picco varia a seconda della percentuale della coalizione vincente.

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Un articolo di George Musser su “Scientific American” si spinge ancora più in là, al confine tra la logica, la filosofia e la fisica. La logica classica incorre in una serie di paradossi, tra cui per esempio il celeberrimo dilemma del prigioniero. Di fronte alla scelta tra confessare e non confessare, i due carcerati giungono a un equilibrio svantaggioso per entrambi. L’assurdità non si conclude qui, perché nella realtà il comportamento delle persone è ancora diverso: una certa quota di individui compie scelte che permettono a entrambi di raggiungere la situazione migliore. Se però si introducono elementi di Meccanica Quantistica, la teoria che spiega le interazioni fondamentali della materia, come l’entanglement e la coesistenza di stati (basta pensare al gatto di Schrodinger che è contemporaneamente vivo e morto!), si ottengono risultati straordinariamente compatibili con il nostro comportamento. Questo non significa che il nostro cervello sia un computer quantistico, ma che la teoria dell’informazione quantistica è un’utile analogia per comprendere la nostra psicologia. Altri paradossi, come appunto il Teorema dell’Impossibilità di Arrow, potrebbero essere risolti in maniera simile. L’autore conclude il suo articolo auspicando un illuminismo postmoderno fondato su questa “logica quantistica”.

Mentre le conseguenze dell’articolo di Musser sono fumose, l’applicabilità della scoperta del team di Catania è immediata. I parlamenti funzionerebbero meglio se l’ago della bilancia smettesse di essere un viscido centro, diventando un gruppo di personalità attentamente selezionate per le competenze e casualmente estratte per le idee. Le obiezioni e i miglioramenti che si possono fare sono evidentemente molteplici, ma dare fondamenti quantitativi a proposte discorsive deve essere la strada per un idealismo concreto che, un pezzo alla volta, permetta di cambiare il mondo.

Marco Pangallo



7/22/2013 06:15:53 pm

"How Randomly Selected Legislators Can Improve Parliament Efficiency" is an article worth a read. Alessandro Pluchino has written a lot of valuable content in this one. He has demonstrated the current situation of politics and the necessary modification needed.

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