Il 7 marzo,per la felicità dei fans,dopo innumerevoli voci e rumors,si è svolto a San Francisco,sul palco del Yerba Buena Center,il lancio della tanto attesa nuova versione del tablet della casa con la mela. A presentare il Ceo di Apple,Tim Cook,che non sarà Steve Jobs,ma è comunque il fattore più temuto dalla concorrenza,oltre al tablet in sé ovviamente; sanno tutti,infatti, quanto una presentazione possa incidere sui guadagni futuri di un prodotto. Cook tuttavia,pur non deludendo,non brilla. Si limita a presentare numeri,dati e grafici sui possibili risultati del pad,senza mai però mettere la passione e il carisma del suo predecessore(trapela infatti tra gli spalti qualche sbadiglio). In ogni caso il prodotto è buono,molto buono anche se forse da un’azienda come Apple ci si aspettava di più. Il tablet si chiama Ipad,non Ipad 3 come qualcuno erroneamente aveva preannunciato, ha sia la CPU più veloce che lo schermo Retina, che la tecnologia LTE, proprio come le prime indiscrezioni affermavano. Tuttavia per permettere al “miglior schermo di tutti i tempi”(così è stato definito da Cook)di deliziarci,all’Apple hanno dovuto aumentare lo spessore del tablet che passa 8,8 millimetri a 9,3. E forse proprio su questo giocherà la concorrenza, per esempio Samsung ha già presentato il Galaxy note 10.1 a Barcellona,un prodotto pressoché identico ai precedenti se non fosse per la grandezza dello schermo,un Tablet che non può comunque impensierire il nuovo Ipad.
Detto così,sembrerebbe però,che l’azienda di Cupertino,leader indiscussa nella tecnologia negli ultimi anni,abbia creato l’ennesimo prodotto perfetto inattaccabile e inarrivabile. Non è così,almeno per ora. Le azioni della mela non sembrano risentirne(hanno infatti toccato quota 600 dollari) e le code davanti ai negozi specializzati sono gremite di gente che vuole il nuovo gioiello di casa Apple , tuttavia il nuovo Ipad appare molto lontano dalla perfezione. Mancano infatti alcuni elementi fondamentali:
· La tecnologia Nfc ,tecnologia che permette i pagamenti mobili;
· L’assistente vocale Siri,con la quale si può dettare al proprio Tablet(in Android è già presente come in windows 8,e forse anche su questo punteranno i concorrenti);
· Una porta usb, per molti non è un problema, ma vi sono parecchi pareri discordanti su questo;
· La tecnologia 4g,che permetterebbe di scaricare i dati ancora più velocemente in Italia non ci sarà, non per problemi al tablet, ma proprio perché manca la rete adatta(si continuerà ad utilizzare la tecnologia 3g);
In ogni caso il prodotto è ottimo,ma sembra quasi che l’idillio Jobs stia finendo come sembra stiano finendo l’egemonia e le idee di Apple. Sicuramente l’assenza del capitano,nonche grande showman Steve,si fa sentire, anche se non si può attribuire tutta la colpa alla sua scomparsa.
Apple rimane prima nei mercati di vendita nei suo settore, ma resta un senso di incertezza sul quando e se la bolla Apple Inc. scoppierà(sempre che la bolla sia vera). Tuttavia il sentore è che i tempi stiano cambiando.
Marco Fatiga
Matematicazzate
Il rapporto con la matematica è dicotomico: o si ama o si odia. Nessuna via di mezzo. E’ la materia storicamente più ostica per gli studenti italiani, i quali sembrano faticare molto più dei loro colleghi europei quando hanno a che fare con i numeri. La frase ricorrente che però espia ogni nostra colpa e ci pulisce la coscienza facendoci sentire nel giusto è: a cosa mi serve questa roba nella vita?
Provate a chiedere ad un architetto di progettare una casa senza utilizzare la matematica. Provate a chiedere ad un programmatore di creare un software senza usare metodi quantitativi. Provate a chiedere ad un manager di valutare la convenienza di un progetto senza ricorrere ad analisi numeriche. Oppure abbiate la sfacciataggine di ammettere che potete vivere senza case, computer e imprese (se lo fate voglio il vostro numero di telefono). La matematica è l’unica vera certezza in questo fragile e mutevole mondo. Cosa c’entra tutto ciò con quello di cui voglio parlare?
Le teorie economiche e finanziarie sono sempre state intrise di matematica. D’altronde quale modo migliore per descrivere un insieme di comportamenti legati da causalità se non ricorrendo alle equazioni? Tuttavia negli ultimi anni questa tendenza si è notevolmente accentuata fino a degenerare(e figurarsi…). L’immagine che rappresenta meglio quello che voglio dire è costituita dai migliori studenti in matematica, ingegneria ma soprattutto in fisica che, terminati i loro percorsi di laurea o dottorato, si tuffano a capofitto nel mondo della finanza. Mia nonna direbbe che c’entrano come i cavoli a merenda. E’ vero? Non esattamente.
Il compito di un fisico è di creare un modello che riproduca il più fedelmente possibile un fenomeno naturale. Impossibile? Niente affatto. Newton ci è riuscito con i principi della dinamica e con la legge di gravitazione universale, Einsten con la teoria della relatività (neutrini della Gelmini permettendo). I modelli in economia servono a conoscere a priori il modo in cui alcuni agenti economici si comporteranno. Ma tutto ciò è davvero possibile? Possiamo modellare il comportamento degli esseri umani pensando che essi agiscano come degli automi? Le decisioni che prendiamo sono perfettamente razionali? E’ possibile ricondurre le azioni di migliaia di persone ad una sola equazione?
I modelli matematici sono caratterizzati dall’astrazione. Essi indicano quali sono le dinamiche in una situazione teorica. Applicare dei modelli teorici ed astratti in un mondo pratico e concreto ha una sola sanguinosa conseguenza: l’errore.
Un errore commesso da un architetto mette a rischio la struttura di una casa, un errore commesso da un programmatore destabilizza la stabilità di un software, un errore commesso da una banca brucia milioni di euro. E i famosi “quant” della crisi del 2008 ne sanno qualcosa.
Ecco un breve promemoria per tutti i fisici all’ascolto che sono ingolositi dagli stipendi stellari delle banche d’investimento
1) Gli esseri umani NON sono intelligenti! Se lo fossero il loro comportamento sarebbe perfettamente razionale e quindi prevedibile.
2) Applicare un modello matematico in una realtà dove agiscono esseri umani porta INEVITABILMENTE all’approssimazione. Nella finanza l’approssimazione significa PERDERE I SOLDI DI QUALCUN ALTRO!
3) Riempire di matematica i prodotti finanziari (vedi i derivati) per non far capire a nessuno cosa sta veramente dietro i numeri può anche essere profittevole nel breve periodo, ma alla lunga metterà nei seri guai la vostra banca (vedi 2008) portandola a LICENZIARVI!
Concludendo, è bene evidenziare ancora una volta come ogni settore scientifico abbia un proprio campo di pertinenza oltre il quale diventa rischioso addentrarsi. La matematica è stata, è tutt’ora e continuerà ad essere l’alfabeto con cui esprimersi in finanza. Quello che invece va evitato, imparando le lezioni del passato, è che tentare di raggirare l’essere umano tramite la potenza di un computer è come rubare a casa del ladro. In economia NON ESISTONO LEGGI, ma solo teorie. E le teorie, per la matematica, sono semplici supposizioni.
Allego uno stupendo documentario dal quale ho preso spunto per questo articolo.