Inserto economico di 
 

A CACCIA di protezione

L’Italia è intenzionata ad acquistare i potenti e veloci Lockheed F-35 Joint Strike Fighter (JSF). Credete sia una buona scelta in questo tempo di recessione effettuare l’acquisto di questi aerei militari? Difficile dare una risposta con le poche informazioni che ha dato il governo.L’Italia è il secondo finanziatore in assoluto del progetto. La decisione dell’Italia di partecipare al progetto di realizzazione dell’F-35 è stata presa già nel 1996, quando Ministro della Difesa era Giulio Andreatta, sotto il primo Governo Prodi. Il progetto fu votato sia dal centro destra che dal centro sinistra, ed almeno allora non ci furono protesta dai gruppi antimilitaristi e pacifisti per il coinvolgimento di Roma. L’accordo fu siglato a Washington quando il sottosegretario alla difesa italiana Giovanni Lorenzo Forcieri, incontrò il collega americano Gordon England. Così l’Italia prendeva l’impegno, dopo aver già pagato un miliardo di dollari per la Fase 1, di versarne quasi altrettanti per partecipare alla Fase 2, di costruzione dell’F-35, spalmati però sino al 2046. Il progetto JSF non andò avanti come previsto. I ritardi e i costi si alzavano con il passare del tempo. Il costo medio ad aereo era aumentato dell 81% passando così da 62 a 112 milioni di dollari calcolando ricerca e produzione. E la fase iniziale quella finanziata dal miliardo italiano, è passata dai 20 ai 40 miliardi effettivi. L’Italia invece aveva dichiarato nel 2007 di volerne comprare 131, per una spesa stimata all’epoca in 7 miliardi di euro, ma che oggi, con i prezzi che sono lievitati, ha raggiunto la cifra di 15 miliardi di euro. Ma anche questa folle cifra sembra destinata ad aumentare. L’F35 sembra essere un fallimento su tutto il fronte. La RAND Corporation, società di analisi strategiche che collabora col Dipartimento della Difesa USA, ha apertamente criticato l’ F-35, che, secondo le proprie simulazioni non sarebbe in grado di competere con il cacciabombardiere russo Su-35 in un combattimento aereo, non essendo veloce nel virare, nel salire di quota e
nell’ accelerare.
Viene da chiedersi “ma cosa sa fare allora?”. Critiche simili da Pierre Sprey, il progettista dell’F-16, per il quale l’ F35 è pesante e poco reattivo. Ancora più pesante ci è andato il maggiore Richard Koch dell’United States Air Force (USAF), a capo dell’ufficio di superiorità aerea del “USAF Air Combat Command”, che ha dichiarato di “svegliarsi la notte con i sudori freddi al pensiero che l’ F-35 avrà solo due armi per la superiorità aerea”. Altre critiche sono state sulla scarsa autonomia di volo, e soprattutto sui costi del progetto. Ciò che sembrava dovesse essere una rivoluzione in campo aeronautico cioè un caccia in grado di ricoprire 3 diversi ruoli si è rivelato un buco nell’acqua, tanto che la Marina americana ha stimato che i costi di manutenzione possano essere del 30-40% maggiori rispetto ai caccia di oggi. L’Italia viene colpita da questo ultimo dato: la manutenzione degli F-35 che intende comprare sarà infatti più costosa, e nulla ci garantisce che tali costi non siano ancora superiori. Evidentemente anche gli USA hanno le loro Salerno-Reggio Calabria, ma noi di un altro progetto fallimentare non ne sentivamo il bisogno. Altri tipi di problemi sono stati riscontrati sulla eclatante invisibilità: In un importante report redatto da Frank Kendall, del Pentagono, pare che l’aereo non sia invisibile come la Lockheed Martin assicurava. Sembra che ogni giorno venga fuori un problema e fin’adesso siamo 725 cambiamenti richiesti sull’ F-35. Ogni cambiamento richiede altri soldi; un pozzo senza fondo. Il Congresso statunitense ha dichiarato che se le cose non miglioreranno alla svelta, tutte le opzioni dovranno essere messe sul tavolo: E tutte le opzioni significa cancellare il programma, perdere quello che si è speso, ma almeno non continuare a buttare i soldi in un progetto fallimentare. Ancora una volta dunque tutto questo si traduce nel solito gioco al massacro per i comuni cittadini: gli F35 li pagheremo noi, ma i benefici di questa antidemocratica manovra arriveranno nelle tasche di alcune grandi aziende, i soliti “amici degli amici”.E’ come se noi italiani versassimo dei nostri soldi nelle tasche di Finmeccanica e delle sue controllate. E non basta dire che quelle aziende impiegheranno lavoratori italiani, perchè sappiamo che la voce “lavoratori dipendenti” è di solito una delle ultime nei bilanci di certe aziende. La prima voce di solito è “azionisti”, la seconda “manager e consulenti”. Con gli F35 si produrrà una scarsa occupazione lavorativa, spese pubbliche altissime, e enormi incassi per alcuni privati ed una servile dipendenza dagli Stati Uniti.

Fabio Ventricelli



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