Inserto economico di 
 

I Supermario, la Direttrice e il Presidente

Sono talmente tanti i meeting dei leader europei ogni settimana, di vario tipo, da sembrare quasi routine, noiosa e macchinosa burocrazia su scala continentale. Per certi versi è così, per altri qualcuna di quelle riunioni si è rivelata determinante, in positivo o in negativo, dipende dai punti di vista. Le domande che vorremmo porre a questi leader sono varie, del tipo…Che state combinando? Qual è la vostra linea di politica economica (leggi: Che fine faremo ? Lavoreremo? ) ? Domanda da un milione di dollari ( o di euro? ) : a chi tocca dopo la Grecia?  Le tappe sono segnate. Lunedì scorso l’Eurogruppo ha deciso di mandare ad Atene un bell’uovo di pasqua in largo anticipo con dentro 130 miliardi. Di cui 14,5 gli serviranno per ripagare bond nazionali in scadenza il 20 marzo. Tra spese militari, per cui la Grecia spende in media all’anno 7 miliardi, debiti coi creditori privati, non sappiamo quanto gli resterà, possiamo solo augurargli che  basti. Tra il 30 e il 31 marzo i ministri delle finanze UE si riuniranno a Copenaghen per decidere il rafforzamento del Fondo Salva Stati. Si tratta di una specie di cassa comune, come quelle che fanno i ragazzi quando vanno in vacanza insieme, le precondizioni sono due però: perché la cassa funzioni ciascuno deve contribuire con la medesima quota, e poi serve fiducia reciproca.

Qui mancano entrambe, speriamo vivamente che i ministri a Copenaghen non guardino la Sirenetta, ma prendano decisioni. A chi tocca dopo la Grecia? Al Portogallo. Il Paese di Barroso non se la passa bene, e nemmeno i portoghesi. Le cifre parlano di un deficit di bilancio del 9,3%  del PIL , il parametro per restare nell’euro è del 3% del PIL. Sforato di poco. Gli servirebbero aiuti di proporzioni greche, ma chi glielo dice ai tedeschi?? Ultimamente questi ultimi non sono ben visti nemmeno dai portoghesi, un’intervista dell’estate scorsa riporta uno sfogo del leader lusitano Soares, che il suo paese nell’UE ce lo ha fatto entrare. Soares sbotta sostenendo che gli stati insolventi dovrebbero rifiutarsi di obbedire alle richieste tedesche, “…non vedo come a dettare legge possa essere la Germania, responsabile di due guerre mondiali…”. Pensate un po’ che bel clima di fratellanza europea che si respira. Forse può essere più di aiuto capire cosa sta succedendo in Europa, e negli USA, cambiando punto di vista. Le decisioni in materia di politica economica per i paesi deboli dell’Unione fino ad ora le ha prese la cosiddetta Troika. Un trio formato da Bce, Fmi e Commissione Europea. Un trio che più che da queste istituzioni sembra composto dalle tre Moire, le figlie di Zeus Lachesi Cloto e Atropo. La prima filava, la seconda svolgeva il fuso e la terza tagliava, ponendo fine alla vita.
Non voglio dire che le politiche della Troika stanno ammazzando gli stati a cui sono rivolte, ma quasi. A tutto questo forse una spiegazione e anche una soluzione, forse esiste. In Europa comanda la Germania, la Merkel. E’ la cancelliera che detta la linea della Commissione Ue, che limita le operazioni della Banca Centrale, per il semplice motivo che ad avere più soldi è la Germania. Quindi la massaia ( Merkel) supportata dal suo cagnolino ( Sarkozy) non cede dalle proprie posizioni rigoriste, a volere una regola per il bilancio pubblico, il famoso fiscal compact, è stata proprio lei infatti. Chi dall’interno dell’Unione, fin da quando ha avuto il potere, ha preso misure a favore della crescita, oltre che del rigore, è stato Mario Draghi, affiancato dal più marginale ma comunque fondamentale ruolo svolto da Mario Monti in Italia. Il Governatore appena nominato ha abbassato i tassi di interesse, ha inaugurato una serie di prestiti alle banche al caritatevole tasso dell’1% . Questi sono solo alcuni dei provvedimenti intrapresi da un uomo che siede forse nella più importante istituzione comunitaria, un pilastro fondamentale dell’Unione. Se l’aiuto interno quindi è arrivato dai Supermario, quello esterno viene da New York. Christine Lagarde, direttrice dell’FMI, è in rotta di collisione con Angela Merkel. Due opposte visioni dell’economia, abbastanza ovvio visto che la prima ha una laurea in materia, la seconda la laurea ce l’ha in chimica. Anche la direttrice Lagarde, come il suo predecessore Strauss-Kahn, non vede di buon occhio i vertici dell’eurozona.

Al di là dell’Atlantico non si capacitano dell’assenza di politiche per la crescita. La visione a senso unico della Germania, l’austerity prima di tutto, i conti pubblici prima ancora dei posti di lavoro, stanno portando l’Europa alla deriva. Il Fondo Monetario chiede un rafforzamento del Fondo Salva Stati tanto da arrivare alla cifra di 750 miliardi di euro, livello ritenuto sicuro per evitare che il problema greco possa diffondersi in tutto il continente. Ma chi c’è dietro Christine Lagarde? Perché mai al Fondo Monetario interessa così tanto il destino dell’euro e dell’Europa, che sembra impotente di fronte alla crisi. L’ombra di Barack Obama è anche qui, stavolta non c’entra l’uomo, bensì la carica che ricopre. Il FMI è finanziato dagli stati che ne fanno parte, è come un’azienda, il cui azionista di maggioranza sono gli Stati Uniti. Il Presidente quindi ha tutto l’interesse che i soldi del suo paese, dei contribuenti americani, vengano spesi bene, cioè con politiche finalizzate alla crescita e alla creazione di posti di lavoro. E’ il modo in cui si stanno spendendo i soldi nel suo Paese, e i dati gli danno ragione. In America l’occupazione è in crescita da 24 mesi consecutivi, noi, con la calcolatrice in mano, stiamo a guardare.

Luca Orfanò
3/20/2012 04:45:43 am

grazie Luca Orfanò per questa bellissima descrizione della situazione dell'europa.Un illustro autore Charles Bukowski, Niente canzoni d'amore, 1990 a scritto<<Sulla via per l'inferno c'è sempre un sacco di gente, ma è comunque una via che si percorre in solitudine.>>.non è che sto comparando l'Europa all'inferno vorrei soltanto tradurre il mio parrere dicendo che la soluzione dei problemi degli stati non residono nelle serie dei meeting dei leader ma soppratutto dalla capacita di ogni stato di prendere le decizione migliore per la crescita del loro paesie.Abbiamo un esempio ben presente il caso di l'Italia che hai deciso di non aspettare tutti questi discorsi e oggi si sta muovendo alla buona direzione.

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Luca
3/24/2012 12:40:15 am

Sono d'accordo con te Arnaud, i meeting il più delle volte si trasformano in un nulla di fatto, ma dobbiamo sempre continuare a sperare che le decisioni si prendano in comune, consultandosi

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