Inserto economico di 
 

Il colonialismo dagli occhi a mandorla

I’ll love you, dear, i’ll love you

Till China and Africa meets…

Così scriveva il poeta inglese Auden. Non siamo certi del primo verso, ma del secondo si, senza dubbio. I due colossi si sono incontrati, l’Impero Celeste si è avvicinato da qualche anno al Continente Nero. Vi chiederete cosa può fregarcene del fatto che i cinesi vadano in Africa ( non viceversa ) o di altre notizie simili. Forse è vero, direttamente a noi italiani, Europei, la cosa non interessa . A mio parere però è importante avere anche uno sguardo d’insieme, sapere che cosa fa il gigante asiatico, dato che alle sue mosse si interessano tutti, dai mass media alle cancellerie occidentali. Mentre l’Europa si arrovella su se stessa e pratica giochi suicida durante il suo percorso per l’unificazione, mentre gli Stati Uniti tentano lentamente di riprendersi dalla crisi riconquistando il timone dell’economia mondiale, la Cina si muove, costantemente, in ogni ambito. Insieme agli altri paesi componenti della categoria dei Brics ( Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) vive un periodo di sviluppo, di crescita costante. Gli unici momenti economicamente negativi per la Cina  sono stati caratterizzati da una bassa crescita, 2-3 % , tassi da sogno per noi poveri europei. La si potrebbe definire la sindrome del “secchione”, quello che quando prende otto in un compito si lamenta perché gli abbassa la media da 9.5 a 9.  E’ la prima tra i Brics, tallona gli Stati Uniti come seconda potenza economica mondiale, ma bada bene a superarli. La Cina ha diversi problemi interni, si può dire che ha difficili rapporti con il sistema democratico, ma al tempo stesso ci sono aspetti sociali, oltre che economici, che lo rendono un paese evoluto, e quindi difficilmente criticabile. Non ho certo la pretesa di parlare dell’economia, della società, della politica del gigante asiatico, ci sono numerosissimi saggi e anche semplici romanzi che lo descrivono magistralmente, ci limitiamo pertanto agli aspetti internazionali che riguardano la Cina, e che più ci interessano.  Secondo The Heritage Foundation  tra il 2005 e il 2010  il 14% degli investimenti esteri della Repubblica Popolare sono stati destinati all’Africa Sub-sahariana. Sempre in base ai dati forniti da  The Heritage Foundation lo scambio di merci tra Cina e Africa ha toccato i 120 miliardi di dollari. Un dato tra tutti risulta curioso, nei due anni precedenti al 2010 la Cina ha erogato prestiti per i paesi poveri, specialmente africani, in misura maggiore della Banca Mondiale. Dall’Angola al Kenya, dallo Zambia alla Tanzania ciascun paese della regione ha beneficiato degli investimenti cinesi. Sono nate scuole e ospedali, è stata avviata un’imponente macchina di infrastrutture, migliaia di persone hanno trovato occupazione nella costruzione di strade e aeroporti.


 Certo oltre ai benefici ci sono gli aspetti negativi dell’arrivo delle aziende cinesi in Africa. In quei paesi è arrivato il classico business cinese, che tanto bene conosciamo in Europa: quello del tanto fumo e niente arrosto. A Lusaka, capitale dell’Angola, è stato costruito trionfalmente un ospedale che qualche mese dopo è crollato, e altri edifici in diverse regioni sono andati a terra in seguito a delle semplici precipitazioni. In alcune miniere le condizioni dei lavoratori sono, per usare un eufemismo, non troppo tutelate. Un terzo del fabbisogno petrolifero della Cina viene dall’Africa, ed infatti numerose sono le industrie petrolifere  che spaziano a piacimento nelle foreste dello Zimbabwe o nei parchi nazionali del Gabon. Insomma il Continente Nero è un pozzo appena scoperto e la Cina vi si è buttata a capofitto, e per prima. La Cina sfrutta le risorse di cui è ricco il suolo africano, dai minerali alle fonti energetiche, ne dipende in gran parte. Molti sono i danni provocati da un paese che deve rispondere alla domanda interna di più di un miliardo di persone, ma altrettanti sono i benefici di cui i paesi dell’Africa sub-sahariana hanno goduto. Sono dati reali l’aumento del tasso di alfabetizzazione, il miglioramento in certe zone delle condizioni igieniche e sanitarie ed un incremento dell’occupazione. Quindi per quanto gravi siano per la gente e per il territorio, sono adeguatamente compensati, lo dimostra il fatto che le popolazioni e i governi africani accettano gli investimenti cinesi in cambio delle ricchezze del territorio. C’è un abisso tra l’intelligente azione cinese e il cieco colonialismo europeo, che fino a 50 anni fa ha devastato il continente africano, depredando  e sfruttando a piacimento la terra e le persone in nome di una presunta superiorità. I cinesi rispettano le popolazioni, puntano al loro benessere, hanno la lungimirante/ovvia convinzione che dal benessere della gente del posto dipendano i buoni rapporti coi governi africani, le possibilità di investimento. I cinesi hanno instaurato relazioni costruttive con una parte del mondo che gli europei hanno snobbato, e gli americani hanno usato per farci i safari o poco più. Gli Stati Uniti hanno scoperto l’importanza del continente Nero tardi, per troppo tempo si sono occupati di chiedere solo la restituzione dei crediti inconsapevoli delle ricchezze del territorio di cui si poteva beneficiare migliorando anche le condizioni di vita della popolazione.

 Per anni i vertici del Pentagono hanno girato i paesi africani in cerca di uno che volesse ospitare l’Africom ( Dipartimento della difesa americano per i paesi africani ), alla fine la sede dell’African Command è finita in città molto poco africane, tra Berlino e Stoccarda. Le basi operative invece sono proprio da noi, tra Vicenza e Napoli. L’importanza di questo continente è rivelata anche dal fatto che uno dei primi viaggi del Presidente Obama, prima ancora che in Europa, fu in Angola e in altri stati africani. Non sarà difficile per i cinesi, qualora lo vorranno, trovare un paese che voglia ospitare  sue basi militari. Non sarebbe saggio sottovalutare, come già l’Occidente ha fatto, le potenzialità del continente africano. Oltre il Sahara c’è molto di più di quanto si creda. Nigeria e Sud Africa sono due stati simbolo di questo sviluppo, pur accompagnato da pesanti condizioni di degrado. Il primo paese sta aumentando la sua popolazione vertiginosamente, e  nel giro di qualche decennio sarà terzo dopo India e Cina.  La Nazione  di Mandela è l’ultima carrozza del treno Bric, un superveloce. Non si instaurano con gli stati africani buoni rapporti, portando loro latte e acqua come gli europei hanno fatto per secoli, ma costruendo scuole e ospedali, strade e ferrovie, come i cinesi fanno da  un decennio. L’Africa sta scegliendo in questi anni i suoi partner commerciali, e gli europei non sono la scelta principale, a meno che non cambino la loro politica, realizzando che l’Africa non è il cupo e vuoto universo descritto da Joseph Conrad  nel Cuore di tenebra, ma molto di più, davvero molto di più.

Luca Orfanò

Luca L
2/23/2012 07:30:33 pm

Bhe si... Se fosse una partita a Risiko... E quasi lo è... La Cina avrebbe parecchi territori... Stessi giocando mi ritirerei... :-)

Reply
Cristiano Ventricelli
2/24/2012 07:47:20 pm

Speriamo che anche Obama sappia giocare bene a Risiko!

Reply
arnaud romaric pokam dongue
3/19/2012 07:46:28 am

Ma luca Orfano il tuo discorso non ha niente di nuova perche mi sembri la vera preocupazione de la cina gli stati uniti e l'europea non e il ben essere dell'africa.perche tu sta descrivendo l'africa come un dolce che tutti vogliono mangare.secondo te a cosa serve alzare il tasso di alfabetisazione se dopo questi giovani non hanno la possibilita di lavorare,a cosa serve di costruire l'ospedale se la populazione non hanno soldi per farsi curare.tu vuoi sapere a cosa serve le strade e gli aereoporti?non e per auitare l'africa e solo per facilitare i trasporto delle risorse fuori il nostro continento.l'aiuto di un popolo commincia con il rispetto di questo popolo e tu non mi sembra l'esempio perfetto quando tu dice "continento nero" questo continento si chiama Africa la prossima volta fa prova di piu di rispetto utilizando le parole guiste.

Reply
Luca Orfanò
3/24/2012 12:58:42 am

Arnaud, appena ti vedrò di persone cercherò di chiarire, ma inizio a farlo qua. Innanzitutto se ti sei sentito in qualche modo offeso mi dispiace e ti chiedo scusa. Io ho rispetto per tutti, persone, popoli e continenti.La parola continente nero non credo sia offensivo per i suoi abitanti, Continente nero è un sinonimo di Africa ( parola che ho usato nell'articolo) come Vecchio Continente e Nuovo lo sono per l'Europa e l'America. Detto questo mi pare di aver scritto abbastanza chiaramente dell'egoismo sia europeo che americano nello sfruttamento delle popolazioni e delle risorse africane. Io qui parlo della Cina perchè questo paese è vero che esercita una forma di sfruttamento ( di cui ho parlato) ma allo stesso tempo investe in infrastrutture scuole e ospedali nei paesi africani. E' vero che i cinesi lo fanno per propri interessi, ma intanto aiutano le popolazioni, cosa che noi europei soprattutto non abbiamo mai fatto, perchè l'Europa è stata razzista e lo è ancora in qualche caso. Io qui parlo della Cina e del suo interesse verso l'Africa, ma non ho la minima intenzione di sminuire il continente africano. E' vero può sembrare che in questo caso l'Africa e i suoi abitanti siano un dolce che tutti vogliono mangiare, come dici tu, ma ogni cosa su questa Terra è interesse di qualcun altro. L'Africa è interesse della Cina, e questo non lo sono io a dirlo. Spero di essermi chiarito.

Reply



Leave a Reply.